martedì 20 dicembre 2011

Tenersi in equilibrio...

Spesso non si è pronti a niente...si crede di esserlo.. ma non lo si è mai...
nella normalità della vita già è faticoso solo tenersi in equilibrio...
e diventa ancora più difficile quando qualcosa ti sbilancia.
Basta un niente per volare giù.

Sono stata travolta da un triste avvenimento..
elaborare il lutto non è facile e io non sono per nulla brava in queste cose..

e quasi in contemporanea ho dovuto affrontare un grande cambiamento che mi ha portato in pochissimo tempo ad un nuovo lavoro e ad una nuova città, abbandonando tutto e tutti.
Anche se avevo la fortuna di scegliere avendo già un lavoro (che di questi tempi è già una gran cosa) non è stata una decisione facile.
Ma ho avuto la forza di decidere.
Spero di aver ora la determinazione a mantenere questa mia scelta.
Così ho salutato il mio mare e la mia Liguria e mi sono trasferita.
Durante la settimana sono piemontese, nel fine settimana nuovamente ligure.
Non vedo più il mare  ma le alpi incappucciate di neve.
Ho trovato una nuova casa, iniziato il nuovo lavoro, conosciuto nuovi colleghi e nuove persone, trovato una nuova palestra.

E' stato un periodo difficile, ancora oggi è dura però sono di nuovo sulla fune di questa vita mentre cerco di stare in equilibrio come un funambolo....

mercoledì 2 novembre 2011

ciao



L’inevitabile è accaduto ma non si è mai pronti ad esso.
Fa male, ancora molto male.

Un pezzetto di me è con te e un pezzetto di te è con me.
Ti porterò sempre nel mio cuore dovunque io vada.
Accendo un sentiero di candele per te per illuminarti la strada.
Buon viaggio ovunque tu sia.

lunedì 24 ottobre 2011

tristezza..confusione..lacrime


La voglia è zero, l’inquietudine è a mille…
Voglia di non pensare.. necessità di pensare..
Tristezza..e nella tristezza la ricerca del sorriso…ma spesso le lacrime sgorgano senza controllo..
Confusione.. e nella confusione la ricerca dell’ordine…
Evento fuori dal mio controllo… in balia di esso.. in balia delle emozioni…
Sono a pezzettini, da prendere con le molle.. eppure si deve andare avanti.
Cerco un motivo… ma è inutile, lo so, me ne rendo conto ma stupidamente lo cerco..
invece devo metabolizzare..ci sto provando… posso solo farlo da sola, con le mie forze, nessuno può farlo al mio posto.

martedì 18 ottobre 2011

dalla padella ... alla brace.. o meglio agli starnuti

Beh che dire, dalla padella alla brace.. o meglio dalla svogliatezza sono passata direttamente all’influenza…o meglio alla preinfluenza: raffreddore (starnuti a volontà), male alle ossa, qualche righetta di febbre.. e senza neanche passare dal via!

venerdì 14 ottobre 2011

svogliatezza!!

Ho una svogliatezza incredibile. Non ho voglia di fare, ma non lo faccio di proposito. La svogliatezza è proprio nel mio subconscio, così mi dimentico di fare tutte le cose, mi passano proprio di testa, quando me ne ricordo è troppo tardi per farle e le devo rimandare al giorno dopo. Il risultato? Una lista di cose da fare che continua ad allungarsi!
Ieri mi sono autoincitata a combinare qualcosa, almeno ho potuto depennare alcune faccende, non faticose ma continuamente dimenticate e di conseguenza rimandate.
Poi a casa, complice il sole, ho lavato le tende e pulito i vetri…ero partita bene, con l’idea di pulire tutte le finestre ma nonostante non siano tante mica sono riuscita con i tempi a finirle, quindi ora so già cosa fare!
..e tra poco mi ci metto... autoconvicimento autoconvincimento...
Non ho finito ieri visto che sono andata in palestra ma anche perché avevo voglia di cucinare e così ad una certa ora i fornelli hanno avuto la priorità.
Ho preparato una torta un po’ particolare, un esperimento riuscito: torta con farina di castagne e cioccolato.
Niente di difficile, alla mia solita torta sbattuta ho sostituito metà della farina con farina di castagne (che era nello sgabuzzino dall’autunno scorso, non vicina alla scadenza - scadeva a dicembre - ma che volevo finire per comprarne prossimamente di fresca) e ho aggiunto un pò di cioccolato amaro in polvere. Però era la prima volta che provavo questo mix quindi ho tentato la sorte. E fortunatamente la torta è risultata buona!
In ogni caso ora come ora sono talmente stanca e svogliata che me ne andrei in letargo!!!

lunedì 3 ottobre 2011

Ancora spiaggia

Quest’anno si tratta di un anno particolare.
Le temperature sono ancora alte e le giornate sono davvero belle, soleggiate e calde.
Così ancora a spiaggia! E non solo a prendere il sole, si riesce pure a fare il bagno!
L’acqua è freddino, ma dopo essersi buttata dentro con coraggio si sta davvero bene e poi non c’è neanche da cercare un angolo riparato per prendere il sole, semplicemente piazzarsi sulla sabbia e farsi accarezzare dai raggi del sole caldi caldi.
Sinceramente ci sono stati altri anni dove l’estate è andata oltre ma io non ne ricordavo.
E così girato il calendario a ottobre si continua in questo scampolo di estate!

martedì 27 settembre 2011

pericolo scampato!

Embè il satellite non è caduto dove diceva la Nasa!
Meglio no!?
Altrimento avremmo assistito a scene apocalittiche da film in cui la terra viene distrutta o quasi (perchè ovviamente viene salvata in estremis) da asteroidi, alieni, uragani, glaciazioni, maremoti, allagamenti, tornanti, grandine, virus virulenti, api assassine, zanzare modificate geneticamente, lupi mannari affamati...
Certo è imprevedibile la caduta di un satellite, non capita tutti i giorni ma nessuna delle traiettorie ipotizzate è stata azzeccata… quindi la prossima volta mi sa che quelli della Nasa faranno meglio a prendere un mappamondo, girarlo ad occhi chiusi e indicare un punto qualsiasi su di esso, sempre ad occhi chiusi.
Probabilmente ci azzeccheranno di più!  :)

venerdì 23 settembre 2011

Attenzione pericolo di caduta oggetti (non) identificati dal cielo!

Attenzione, oggi potremmo essere un bersaglio per un pezzettino di un vecchio satellite che cadrà.
Quindi se disponete di un  
mettetevelo...


ma nel caso in cui non lo abbiate potrete anche usare un  



Alla prossima..   forse…..

mercoledì 14 settembre 2011

Esperimenti di gusto!

È il periodo in cui i pomodorini ciliegina sono da ‘togliere’ e quindi in casa me ne arrivano in gran quantità dall’orto dei suoceri, con mia grande gioia perché io adoro i pomodori!!!
Dopo averli già messi in comode porzioni in freezer (già passati in padella con un semplice soffritto di cipolla) pronti per ogni uso, mi sono data agli esperimenti di gusto per trovare nuove ricette per servire tali prelibatezze ma senza stancare.
Infatti i pomodorini le scorse estati li usavo molto sulla pizza integrale, ma per problemi logistici quest’estate non ho fatto a casa la pizza … l’ho mangiata ma in pizzeria o fatta da altri!!!
Per cui ho voluto trovare nuovi modi per cucinarli, al di là dell’insalata di pomodori e varie o dei pomodorini ripieni o degli spiedini di pomodorini e bocconcini di mozzarelle e sottaceti o della pasta con il sughino con pomodorini freschi passati in padella con un soffritto … per carità tutte ricette collaudate semplici e buonissime ma rischiavo di annoiare il palato.
Così la cucina si è trasformata nel mio laboratorio e mi sono data agli esperimenti in cui l’ingrediente principale sono stati i pomodorini ciliegina e poi solamente tanta fantasia.


Per prima cosa ho provato tanti sughini con pomodorino fresco da quattro salti in padella e pochi minuti di preparazione e gli esperimenti sono stati i seguenti:

1. Pasta alla caprese
Metto l’acqua della pasta a bollire e nel frattempo pulisco 6 o 7 pomodorini a testa.
Quando l’acqua bolle, la salo e butto la pasta.
Non appena butto la pasta faccio soffriggere in una padella antiaderente olio e cipolla. Dopodiché ci butto dentro i pomodorini tagliati a metà, un pizzico di sale, mezzo pizzico di zucchero e origano. Faccio cuocere.
Scolo la pasta al dente e la verso nella padella giusto per insaporirla girandola, dopo pochi minuti ci metto sopra dei cubettini di mozzarella (calcolo mezza mozzarella a testa di quelle normalissime ovviamente scolata) e metto il coperchio e faccio andare ancora per un minutino giusto per far sciogliere la mozzarella (ma non troppo!!).
Tolgo dal fuoco e servo. Volendo si può aggiungere un po’ di olio a crudo.

2. Pasta alla greca
Metto l’acqua della pasta a bollire e nel frattempo pulisco 6 o 7 pomodorini a testa.
Quando l’acqua bolle, la salo e butto la pasta.
Non appena butto la pasta faccio soffriggere in una padella antiaderente olio e cipolla. Dopodiché ci butto dentro i pomodorini tagliati a metà, un pizzico di sale, mezzo pizzico di zucchero, olive nere snocciolate tagliate a metà. Faccio cuocere.
Scolo la pasta al dente e la verso nella padella giusto per insaporirla girandola, a fine cottura a fuoco spento ci metto la feta a dadini e servo subito.

3. Pasta con acciughe
Metto l’acqua della pasta a bollire e nel frattempo pulisco 6 o 7 pomodorini a testa.
Quando l’acqua bolle, la salo e butto la pasta.
Non appena butto la pasta faccio soffriggere in una padella antiaderente olio e cipolla. Dopodiché ci butto dentro i pomodorini tagliati a metà, un pizzico di sale, mezzo pizzico di zucchero, acciughe sotto sale pulite, lavate e spezzettate minutamente (circa 3 acciughe a testa).
Faccio cuocere, le acciughe si devono sfare.
Scolo la pasta al dente e la verso nella padella giusto per insaporirla girandola.
Tolgo dal fuoco e servo. Volendo si può aggiungere un po’ di olio a crudo.
Variante di questa: l’aggiunta della mozzarella con le stesse modalità della pasta alla caprese.

4. Pasta con verdure
Prima preparo un soffritto nella pentola antiaderente di olio e cipolla, poi ci metto le verdure (zucchine e/o peperoni e/o melanzane) tagliate a fettine o a dadini, del timo e un pizzico di sale e le faccio cuocere con il coperchio, aggiungendo se si asciugano troppo un po’ d’acqua.
Metto l’acqua della pasta a bollire e nel frattempo pulisco 6 o 7 pomodorini a testa.
Quando l’acqua bolle, la salo e butto la pasta. Non appena butto la pasta accendo di nuovo sotto alla pentola con le verdure cotte, ci butto dentro i pomodorini tagliati a metà, mezzo pizzico di zucchero, aggiusto di sale e faccio cuocere ancora un po’.
Scolo la pasta al dente e la verso nella padella giusto per insaporirla girandola.
Tolgo dal fuoco e servo con il parmigiano grattugiato.

5. Pasta con pesto e pomodorini
Metto l’acqua della pasta a bollire e nel frattempo pulisco 6 o 7 pomodorini a testa.
Quando l’acqua bolle, la salo e butto la pasta.
Non appena butto la pasta faccio soffriggere in una padella antiaderente olio e cipolla. Dopodiché ci butto dentro i pomodorini tagliati a metà, un pizzico di sale e mezzo pizzico di zucchero.
Faccio cuocere.
Scolo la pasta al dente e la verso nella padella, aggiungo un cucchiaino a testa di pesto e la faccio insaporire girandola.
Tolgo dal fuoco e servo con il parmigiano grattugiato.

6. Pasta con le cozze
Metto l’acqua della pasta a bollire e nel frattempo pulisco 6 o 7 pomodorini a testa.
Quando l’acqua bolle butto la pasta e metto in una padella antiaderente olio con qualche testa d’aglio, faccio soffriggere. Elimino l’aglio e aggiungo i pomodorini tagliati a metà, delle cozze già cotte (con o senza gusci è la stessa, io personalmente preferisco senza gusci), un pizzico di peperoncino (se piace piccante), prezzemolo, vino bianco, un pizzico di sale e mezzo pizzico di zucchero.
Faccio cuocere.
Scolo la pasta al dente e la verso nella padella, la faccio insaporire girandola.
Tolgo dal fuoco e servo subito.
Variante: si posso mettere oltre alle cozze anche vongole, scampi, calamaretti e gamberetti già cotti… il risultato sarà una pasta allo scoglio! O al posto delle cozze…per avere pasta con vongole o pasta con gamberi….

7. Pasta pomodorini e pesce spada
Metto l’acqua della pasta a bollire e nel frattempo pulisco 6 o 7 pomodorini a testa.
Quando l’acqua bolle butto la pasta e metto in una padella antiaderente olio e qualche spicchio d’aglio, faccio soffriggere. Elimino l’aglio e aggiungo i pomodorini tagliati a metà, il pesce spada pulito e a dadini, prezzemolo, vino bianco, un pizzico di sale e mezzo pizzico di zucchero.
Faccio cuocere per 4 minuti circa.. non troppo altrimenti il pesce spada diventa stopposo..
Scolo la pasta al dente e la verso nella padella, riaccendo il fuoco e la faccio insaporire ancora per un minuto circa girandola e aggiungendo un po’ di acqua della pasta se vedo che si asciuga troppo.
Tolgo dal fuoco e servo subito.

I pomodorini li uso anche per cuocere il pesce: filetto di pesce e pomodorini freschi
In una padella antiaderente: un filo d’olio, il filetto di pesce di turno che può essere ad esempio pesce persico o pesce spada, un po’ di vino bianco, i pomodorini ciliegina tagliati a metà, capperi sotto sale lavati, qualche oliva, prezzemolo, un pizzico di sale e mezzo pizzico di zucchero.
Faccio poi cuocere a fuoco basso con il coperchio per evitare che si asciughi troppo, girando solo una volta il pesce. E servo subito non appena è cotto.

Non devo dirlo perché si sa ma aggiungo un po’ di zucchero quando uso il pomodoro fresco per contrastare la sua eventuale acidità.

Se avete altri utilizzi sono tutta orecchie, lasciate pure la vostra ricetta!

A voi la scelta se volete ispirarvi e buon appetito!!!

lunedì 12 settembre 2011

Arte in città

Giovedì scorso chi si trovava a passare per piazza Saffi (più comunemente denominata piazza delle palme) a Savona può aver notato, in un iniziale disorientamento e poi con curiosità, l’installazione all’interno delle aiuole della piazza di alcune opere di Serge Van De Put da parte della galleria Conarte lì vicina.
Serge Van De Put è un’artista belga autodidatta che, fino al 2001, si è occupato di grafica e pubblicità per poi cedere al suo estro e passare alla creazione di queste sue ‘strane’ sculture.
Il materiale che utilizza è molto particolare, plasma infatti pneumatici usati. Dopo aver percorso chissà quali strade, dopo aver toccato asfalto, ghiaia, sabbia o pietre ed essere stati buttati via queste gomme riprendono vita diventando animali, persone, oggetti.
A Savona alcune sue opere erano già state esposte sul Priamar nel 2009 e oggi sono state collocate nel bel mezzo della città attirando sguardi curiosi e anche ammirati.
Io l’arte a volte non la capisco, soprattutto quella contemporanea, ma diciamo che queste opere mi hanno molto incuriosito.
La mia attenzione è stata catturata dall’idea del riuso, del riciclo creativo.
La trasformazione di un materiale povero, di scarto, in un’opera d’arte capace di esprimere movimento, espressione e stati d’animo. Notevole vero?





lunedì 5 settembre 2011

Piccolo e breve riassunto del mio agosto!

Il tempo è tiranno, la mancanza di tempo sta per me diventando la normalità, il vortice del lavoro e di casa mi ha preso, oltre ad un'insensata voglia di sdraiarmi sulla spiaggia al sole e farmi cullare delle onde ... inoltre molti impegni vari mi si sono schiusi davanti, opportunità colte al volo per fare cose, vedere posti, con amici diversi.
E poi una toccata e fuga di qualche giorno in moto sul Lago di Bolsena come base per potersi spostare e vedere Orbetello, fare un giro sul monte Argentario e una mattinata al mare in una delle sue calette, Saturnia e un pomeriggio di terme, la Civita di Bagnoregio, Viterbo.
Bellissimi posti e tante cose viste e fatte.
Oltre a tutto ciò c’è stato un battesimo, una cresima e una giornata con amici in un parco acquatico per tornare tutti bambini. Così se anche voi eravate nella stessa giornata in cui sono stata io in questo parco acquatico ligure e avete visto una pazza che si buttava giù dagli scivoli (anche dal kamikaze) che tanto piccola non era ma che si stava divertendo come una matta, beh ero io!!!
Per cui i giorni sono passati.. senza neanche rendermene conto e siamo già a settembre!

venerdì 26 agosto 2011

Piccola pillola… del Perù

Sul Lago Titicaca abbiamo visitato alcune isolette alquanto interessanti.
Le prime di cui voglio parlarvi sono le isole Uros o Islas Flotantes, isole flottanti. Si tratta di isole artificiali create dai loro abitanti con delle canne e ancorate al fondo del lago. Con i giunchi gli abitanti oltre alle loro isole costruiscono tutto: barche, case, stuoie, letti,… Per fare le isole mettono strati su strati di canne di Tortora fino a formare una specie di zattera. Le barche invece vengono fatte intrecciando le canne anche se ultimamente vengono fatte con l’aggiunta di bottiglie di plastica così durano di più, perché le canne marciscono. Per questo motivo anche le canne che costituiscono le isole devono essere regolarmente sostituite.
L’antico popolo Uros era stata cacciata (o si era allontanata scappando .. a seconda delle versioni) dalla popolazione vicina, confinandoli sul lago convinti che non riuscissero a sopravvivere. Invece questa popolazione si è adattata benissimo e ancora adesso vivono in questo arcipelago di isolette artificiali. Raramente scendono sulla terraferma e ancora più raramente si mischiano con la popolazione della terraferma visto che hanno stili di vita e usanze totalmente diverse. Anche fisicamente sono diversi, hanno infatti la parte superiore molto sviluppata sia per via dell’aria rarefatta (hanno una gabbia toracica molto grossa ma questa è una caratteristica di quasi tutta la popolazione degli altipiani andini) sia per il movimento fisico concentrato solo sulla parte superiore del corpo, mentre la parte inferiore è poco sviluppata muscolarmente e molto grassa e gonfia per l’umidità e per il poco movimento. Da loro più si ha le gambe grandi e gonfie più è sinonimo di bellezza. Hanno degli anticorpi impressionanti visto che sono abituati a bere l’acqua del lago (sporca e inquinata).
L’altra isola che abbiamo visitato (questa volta fatta di terra) è l’isola di Taquile.
Oltre alla bellezza naturale dell’isola, al paesaggio che vi si può ammirare (il lago che sembra un mare e la Cordigliera della Bolivia che si staglia nell’azzurro del cielo e del lago con le sue cime innevate) si respira un’aria davvero particolare, ricca di tradizione e di sapori antichi. Qui vi abita un’altra popolazione che vive come comunità chiusa. Vivono di pesca, agricoltura, allevamento, tessitura e turismo. Possono andare sulla terraferma solo per brevi periodi e per motivi particolari come per studiare nelle scuole superiori o per soggiornare in un albergo di loro proprietà messo a disposizione della comunità a turno. Si possono sposare solo tra loro e se si innamorano di qualcuno della terraferma devono abbandonare tutto se vogliono sposarlo/a.
Hanno un loro abbigliamento molto particolare che permette subito di identificare chi è sposato e chi no: le donne portano ampie gonne coloratissime, camicie bianche ricamate e una stola nera spessa sulla testa che ricade sulle spalle, chi non è sposata ha delle nappe colorate agli angoli di questo velo, chi è sposata non le ha. Gli uomini portano dei berretti (sembrano da notte) di lana fatti da loro stessi, quelli sposati hanno il berretto interamente colorato mentre quelli celibi lo portano per metà colorato e per metà bianco (tessuto dalla moglie), delle larghe cinture con un borsello fatto dalla propria moglie che portano con orgoglio, gilet di lana colorata, pantaloni blu, camicie bianche a sbuffo. Davvero particolari.
Eleggono il proprio consiglio che giornalmente deve rendere conto alla comunità del proprio operato nella piazza del paese e se ritengono che non operi bene viene subito sostituito. Esiste la proprietà privata ma ciò che deve essere coltivato nei campi viene deciso dalla comunità, il proprietario e l’affittuario lo deve coltivare tenendo per sé quello che realmente serve per il sostentamento della propria famiglia, il sovrappiù viene dato alla comunità che lo utilizza per venderlo o barattarlo con ciò che non producono con la terraferma. Gli animali che allevano servono per i prodotti (lana, latte,..) perché mangiano pochissima carne, solo nelle feste.
Tutti i prodotti artigianali realizzati da loro a mano vengono venduti ai turisti nel mercato del villaggio. Il ricavato è dell’intera comunità.
Chi fa qualcosa di mal fatto viene condannato a fare lavori per la comunità ritenuti umilianti come spazzare le strade.
Insomma una vera comune molto funzionale, operosa, semplice e ben studiata.
Un’altra particolarità abbastanza bizzarra ma che io ho davvero ammirato estasiata è che le donne tessono dei lavori spettacolari sedute a terra, fissando i fili alle dita dei piedi, e filano, anche camminando, mentre si inerpicano per i loro ripidi sentieri fanno roteare senza sosta il loro fuso. Gli uomini invece lavorano a maglia e che lavori che fanno!!! Fanno la maglia a 4 ferri e usano più fili tranquillamente mentre parlano appoggiati al muro così naturalmente come respirare!!!
  
Nb: le immagini l'ho prese da internet da siti di turismo...se ledessi dei copyright ditemelo che vado a cancellarle

mercoledì 24 agosto 2011

numeri e ...

315 – 11
60 – 0
No no, non sto dando i numeri!!
Sto solo riportando dei numeri che dovrebbero darci un po’ da pensare…
Su 315 senatori il 17 agosto erano presenti in aula solo in 11 per discutere la manovra.
Su 60 componenti dell’esecutivo 0 (zero!) si sono presentati oggi per l'esame della manovra economica da parte della commissione affari costituzionali del senato e quindi nessuno del governo ha potuto fornire risposte e spiegazioni.
Non aggiungo altro…

mercoledì 17 agosto 2011

Matrimonio di amici e Sicilia in libertà!

Non contenti del nostro vagabondare, dopo un pochino che eravamo rientrati in Italia dal viaggio di nozze, abbiamo ripreso un aereo e… siamo finiti in Sicilia.
Eravamo invitati ad un matrimonio di amici e visto che non avevamo mai visto questo pezzetto del nostro paese abbiamo colto la palla al balzo e via.
In pratica abbiamo comprato il biglietto aereo, messo in valigia il costume e il vestito per la festa, assieme ad una guida, affittato la macchina, prenotato solo la notte del matrimonio per dormire nella stessa struttura dove si sarebbe tenuta la cena e basta. Non abbiamo fatto altro e siamo partiti.
Un piccolo itinerario di massima nella testa (giusto per non perdersi nei meandri di questa meravigliosa isola), la data del matrimonio ben impressa nella mente per arrivare al giorno giusto nel posto giusto, poi la strada, la voglia di vedere nuovi posti, le utili indicazioni della guida, la macchina hanno fatto il resto. Grazie all’aiuto della connessione internet del cellulare è stato facile reperire le info sui b&b e prenotare giorno per giorno.
Così senza costrizioni di prenotazioni, di tour o di altro, andavamo, visitavamo, vedevamo e ci fermavamo a dormire in piena libertà.
Abbiamo fatto non tanto mare in verità, abbiamo preferito macinare anche parecchi chilometri per vedere il più possibile al posto di stare stravaccati tutto il giorno a spiaggia, ovviamente abbiamo dovuto tralasciare una parte dell’isola e non abbiamo potuto vedere tutto ma… qualche mezza giornata di mare l’abbiamo fatta; monumenti, cittadine e scavi archeologici ne abbiamo visti; i gusti e i profumi siciliani li abbiamo assaporati, eppoi al matrimonio ci siamo divertiti tanto. La serata è volata in un battibaleno, mi è piaciuta un sacco l’ambientazione marina del matrimonio. È stato davvero bello e con parecchie sorprese: la sposa è arrivata dal mare su una barca e alla fine della cena ci sono stati i fuochi artificiali.
L’unica cosa che mi dispiace e non so se è stata fortuna o sfortuna è non aver potuto assistere all’eruzione dell’Etna. Avevamo trovato un b&b a Zafferana Entea (davvero carino in verità con ottima accoglienza e perfetta sistemazione, nonostante le misure ristrette della camera e del bagno) e la nostra stanza dava su un balcone affacciato proprio sulla piazza della Cattedrale e pochissimi giorni dopo che eravamo stati lì, quando già eravamo ritornati a casa, c’è stata l’eruzione..
Dicevo sfortuna perché non l’abbiamo vista e fortuna perché forse non sarei stata tranquilla..ma con la valigia già pronta al fianco forse avrei anche assaporato volentieri questo spettacolo offerto dalla natura!

La Cattedrale di Zafferana Etnea e l'eruzione sullo sfondo.. avrei volentieri postato una mia foto dell'eruzione ma purtroppo non ero lì sfortunatamente (o fortunatamente?)...

giovedì 11 agosto 2011

Il Perù che vale un Perù è tutto da scoprire

Direi che mi sono dilungata fin troppo sul giorno del matrimonio per cui dico solo due cose sul viaggio di nozze.
Siamo volati in Perù e non ci siamo fermati un attimo: Lima, Trujillo, Chiclayo, Chan chan, Nazca, Arequipa, il Canyon del Colca, Puno, il Lago Titicaca e le sue isole, Cuzco, la Valle sacra, Machu Picchu..
una sola immagine presa da internet
(così non ci sono le persone presenti nelle nostre foto),
ovvero lo scorcio più conosciuto del Perù

Davvero il Perù vale un Perù.
Abbiamo visto tantissime cose, città, palazzi, colori, le antiche vestigia di popoli antichi; incrociato persone squisite; conosciuto modi diversi di vivere, gustato nuovi sapori, assaggiato pietanze diverse; ammirato i condor, i lama, gli alpaca, le vigogne, i delfini, le foche,… nel loro habitat; abbiamo visto i cincillà, i cani nudi peruviani (senza pelo), il Cuy cioè il porcellino d’india (e lo abbiamo anche mangiato..così come l’alpaca..)… e moltissime altre cose
Abbiamo raggiunto i 4950 metri d’altitudine, provato il pisco e il mate de coca oltre ad averne masticato le foglie … tranquilli non sono diventata una drogata! La cocaina è una droga a causa del processo chimico a cui viene sottoposta la foglia…
Questa paese è conosciuto solamente per alcune cose, in particolare per Machu Picchu, o forse per le linee di Nazca, tutto il resto è poco conosciuto.
Anche noi, nonostante ne sapevamo un po’ di questo paese, ci ha preso alla sprovvista e molte cose immaginate o pensate si sono confortate con una realtà alquanto diversa.
Ad esempio immaginavamo che la zona costiera del Perù, essendo affacciata sul mare e con le Ande alle spalle, fosse verdeggiante invece non è così! Immaginavamo che essendo vicino all’equatore l’acqua del mare fosse calda e invece no!
È infatti una zona desertica, vi è la corrente marina fredda di Humboldt (l’acqua del mare quindi non è per nulla calda!) e questo impedisce assieme ai monti alle spalle le precipitazioni. Sulla fascia costiera quindi non piove mai, ma proprio mai, il verde è solo attorno ai fiume che scendono dalle Ande, ogni tanto c’è un po’ di foschia, di quella che dà una sensazione di bagnato ma niente più.
Per questo usano e in passato usavano i mattoni di fango. Ed è per questo che le piramidi e le città di fango delle popolazioni pre-inca e inca si sono conservate, mentre sugli altipiani si usano e si usavano le pietre.
Abbiamo appreso anche molte cose di storia e di costume del Perù.. altra cosa interessante sulla quale non ho mai riflettuto è che prima dell’arrivo degli Spagnoli in Perù non disponevano di animali da tiro né animali che portassero pesi, quest’ultima cosa non la sapevo, pensavo che i lama e gli alpaca potessero come gli asini portare pesi, per cui tutto veniva trasportato a schiena umana.. per questo il loro mondo era da percorrere a piedi, le giare che venivano trasportate con la corda sulla fronte, i re venivano portati su lettighe a schiena… ma nonostante questo hanno sviluppato un’architettura allucinante spostando quantità incredibili di mattoni di fango o blocchi di pietra pesantissimi…
Insomma un paese da scoprire!

giovedì 4 agosto 2011

Il matrimonio del secolo!!!


Eccomi qui!
Non sono scappata e non mi sono persa.
Ebbene sì, è passato del tempo, davvero parecchio e dopo questo lungo periodo di assenza posso finalmente confessare la ragione della lontananza!!

In una meravigliosa e soleggiata giornata di maggio, in una stupenda chiesa, attorniati da festosi parenti e amici io e il mio amore ci siamo sposati!!!!


Non vi sto a tediare con tutta una cronistoria sui preparativi, scelta del vestito, scarpe, acconciatura, trucco…
o con una cronaca della giornata del matrimonio
… o del viaggio di nozze..
…perché io e il mio amore c’eravamo, felici e contenti… e questo è l’importante!
…perché i nostri parenti e amici hanno partecipato attivamente alla nostra gioia rendendo ancora più speciale questa giornata! …e questo è ancora più importante!

Ma per i più curiosi posso dire qualcosa.

I colori che abbiamo scelto che legavano ogni momento della giornata erano il rosso e l’arancione; il tema dominante era la musica, essendo stata la musica galeotta!!!

Per il vestito da sposa, nonostante ne abbia provati parecchi e visti tanti, non c’è stato il classico colpo di fulmine, nessuno mi ha colpito da farmi emozionare, sarà che erano tutti classici, molto uguali e senza nessuna particolarità. Quindi ho pensato a come lo volevo, ho scarabocchiato il mio abito su di un pezzo di carta e ho cercato una sarta. Fortunatamente ne ho trovata una eccezionale, stilista pure, che ha fatto diventare il mio schizzo un vero figurino e lo ha realizzato magnificamente. Il tutto esclusivo, unico, originale e oserei dire (visto che è stata realizzato su una mia strampalata idea) molto bello.
Capelli raccolti in una morbida acconciatura con incastonati gli stessi swarovski rossi e bianco-trasparenti dell’abito. Trucco molto soft, quasi impercettibile.
Le scarpine sono stata fortunata che le ho trovate nella prima giornata di ricerca (anche se non nel primo negozio). E chiedo scusa ai negozianti perché non dicevo mai che erano per il mio matrimonio.. che bugiarda!! …altrimenti finivo per vedere le solite straviste scarpe da sposa… e così le ho scovate stupende, davvero comode (non si direbbe dal tacco ma le ho tenute ai piedi tutto il giorno senza alcun dolore, né fastidio, né bolla) con l’idea di poterle mettere anche in altre occasioni…

  Le mie scarpine

Per il resto che dire? Essendo una patita del disegno (anche se non bravissima) e adorando il DIY (do-it-yourself) ed essendo il mio consorte bravo al computer e ai programmi di grafica, abbiamo ideato, progettato e creato noi: le partecipazioni, i libretti della messa, il menù del pranzo, i segnaposto, il porta-confetti sul tavolo per ringraziamento, il foglietto dentro alle bomboniere.
Tutte le cose che eravamo in grado di fare le abbiamo realizzate da noi. Questo per scelta: volevamo caratterizzare il nostro matrimonio, rendere davvero nostro questo momento. Buttare giù idee, progettarle, realizzarle assieme, dividendoci i compiti nell’ambito delle nostre abilità è stato qualcosa di bellissimo. L’unione che si è creata è stata ancora più forte. E spero che sia passato il nostro messaggio a chi ha visto il risultato delle nostre fatiche oltre all’idea di originalità e personalizzazione.

I fiori che abbiamo scelto sono stati le calle bianche assieme alle gerbere rosse e arancioni, perché nella loro semplicità esprimono gioia e danno allegria. Un’amica ha fatto le composizioni e il bouquet, aggiungendo la gypsophila, più nota come velo da sposa o fiore della nebbia (che faceva da sola come bottoniere allo sposo), le foglie di aspidistria, mentre nelle decorazioni dell’altare ha inserito anche un giglio arancione.
Il tutto molto soft, pochi fiori in chiesa piazzati in punti strategici (nulla sulle panche o all’ingresso) sia per il discorso della semplicità, sia perché la chiesa è ricca e bella già così.


Il bouquet (..sorretto dallo sposo)...            ... e le decorazioni all'altare! Stupende!!

                      

Le letture e le musiche scelte e selezionate con attenzione hanno avuto molto successo, la musica è stata magnificamente eseguita da un quartetto di clarinetti e una chitarra accompagnava i canti. I musicisti ovviamente erano tutti nostri amici!!
(...per la cronaca non abbiamo voluto la marcia nuziale!!!)

E poi dopo il riso e una prima tornata di baci, felicitazioni e abbracci, mentre le note accompagnavano il tutto, i nostri due strumenti sono spuntati fuori dal nulla e anche noi in prima fila ci siamo uniti agli altri per suonare!!

Ci è stato detto che è stata una cosa alquanto strana ma anche molto bella gli sposi suonatori!!!


Noi che suoniamo per una volta vicini vicini!!




Dopo una seconda tornata di baci, congratulazioni e abbracci, mentre tutti gli ospiti erano impegnati al rinfresco noi siamo andati in giro a piedi a fare le foto. Una cosa semplice, nessuna foto studiata o in posa, solo noi a passeggio per le viuzze del paese, una cornice che ha in realtà reso parecchio e beh, vi assicuro che ne sono uscite delle bellissime foto inaspettate.


Raggiunti gli invitati al rinfresco, abbiamo preso le macchine e fatto il classico corteo strombazzante per il paese (ma quanto mi piace il corteo strombazzante) e poi verso il ristorante ‘vecchio mulino’ a Niella Tanaro, scelto perché si mangia bene, semplice e genuino, inoltre l’ambiente è familiare e si trova totalmente immerso nel verde delle Langhe.

 
Fuori dal ristorante: il verde!!!
...e dentro al ristorante: rosso e arancione!!!

Dopo le ultime foto, il lancio di un piccolo bouquet realizzato apposta per questo, un altro aperitivo fuori nel verde, si sono aperte le danze e via tutti a tavola!!!
I tavoli erano per caso sette e così abbiamo deciso di cadere nella banalità chiamandoli con le note musicali, ma essendo la musica il tema scelto ci cadeva a fagiolo.
Ci piaceva l’idea del segnaposto con il nome dell’invitato (i bimbi ne avevano uno diverso dagli adulti) ma non il posto assegnato.. così solo i tavoli erano assegnati ma, con una piccola astuzia, gli invitati si potevano sistemare come volevano attorno al loro tavolo con il loro segnaposto nominale!!
Le bomboniere (ma solo per gli invitati altrimenti era un lavoro immenso) le ha realizzate mia mamma al chiacchierino, un lavoro certosino e sono venute davvero particolari e deliziose. Le altre bomboniere arrivano invece da molto lontano, dalla Tanzania, realizzate a mano nell’ambito di un progetto solidale, utile per le mamme dei bimbi disabili ma anche per chi lo riceve e pure bello.
Io ho avuto un corriere speciale ma chiunque può averle e fare del bene in questo modo, il link è questo: http://www.solidalinelmondo.org/s/bomboniere-solidali-mikono-yetu
La torta era una buonissima millefoglie alla crema chantilly e alla nocciola e il cake topper.. un simpatico rapimento!!


Il nostro tavolo e la torta!

Ma questo è un rapimento!!!

C’era un bel contrasto tra il rosso (casualmente il ristorante ha le tende rosse e la tovaglia o bianca o rossa..ovviamente abbiamo deciso per quest’ultima) e l’arancione dell’interno del ristorante con il verde primaverile del fuori.
L’intera giornata è volata in un battibaleno ma io mi sono gustata ogni momento e spero che sia stato così per tutti.