giovedì 31 dicembre 2020
Un augurio per il 2021
giovedì 24 dicembre 2020
Auguri per questo Natale 2020
S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?>
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
(Gianni Rodari)
mercoledì 23 dicembre 2020
La pizza preNatale di nonna e la panificazione
domenica 29 novembre 2020
Il cielo ci regala a volte visioni inaspettate
domenica 8 novembre 2020
Birra fatta in casa
Tra tutte queste cose abbiamo tentato anche il seguente esperimento: fare la birra in casa.
Ci si è aperto un mondo che non immaginavamo. Ci sono un sacco di siti e di forum di amanti birrai che proprio non ne avevamo idea.
Questa cosa ci frullava per la testa da un po' ma non l'avevamo mai intrapresa perché bisogna starci dietro e prende tempo, solo per lavare bene le bottiglie e sanificare ovviamente ci vuole parecchio tempo e pazienza. Inoltre quando è arrivato il momento si deve imbottigliare e bisogna mettersi al momento giusto, non è possibile dire lo faccio domani.
Ovviamente essendo neofiti ci siamo approcciati alla novità con un kit già preconfezionato e con la minima attrezzatura che serviva. I risultati che si ottengono con i kit, dicono sui siti di birrai provetti, sono considerati medio / bassi. Però direi che per noi il risultato è stato apprezzatissimo da noi e dagli amici con cui abbiamo avuto modo di brindare quest'estate (a distanza di sicurezza) in quanto è stata giudicata buona.
Poi si vedrà, facendo esperienza e imparando potremmo un domani aumentare la difficoltà andando oltre al kit per risultati sicuramente più rischiosi ma di qualità più elevata.
Abbiamo quasi finito le bottiglie preparate, giusto nel nuovo lockdown. Con una lattina di preparato del kit ne escono infatti 23 litri, bisogna considerare poi che la birra appena fatta deve fermentare e maturare. Quindi ora ne prepariamo un altro tipo, sempre del kit.
Esperienza davvero carina e ottima nel risultato, che da soddisfazione, come tutte le cose che fai da solo!!!
Per chi ama la birra e ha voglia e tempo consigliatissima come esperienza.
giovedì 23 aprile 2020
Se son rose fioriranno
giovedì 16 aprile 2020
mercoledì 15 aprile 2020
La vita e la morte
Di solito nella nostra società non si parla della morte e in questo periodo invece se ne parla parecchio, è visibile ed è al centro di tutto.
La quarantena serve appunto a rallentare i contagi per permettere le cure a chi ne ha bisogno, per evitare di ingolfare il sistema sanitario e quindi per far diminuire la mortalità.
In questo periodo inoltre ognuno sa di essere mortale, si acquisisce la consapevolezza che si può morire.
Vinicio Capossela in un video su fb ne parla davvero in maniera perfetta.
Siamo in un tempo sospeso, in un tempo di attesa, che nella ritualità cristiana è rappresentato dalla Quaresima.
Oggi con la quarantena ci troviamo a vivere sospesi, in attesa. Ci troviamo in un tempo dilatato.
L'ottimismo obbligatorio del consumismo che porta a vivere la vita 'a noleggio' si contrappone alla consapevolezza della morte; la quarantena ci ricorda che siamo mortali.
Questa consapevolezza ci può portare realmente a cercare di vivere una vita in maniera piena.
Da sempre io cerco di arrivare da viva alla morte e non di vivere da morta.
Capossela esprime questo mio pensiero meglio di me.
Altra riflessione è sull'esistenza della morte, non si resuscita senza morte, la vita e la morte sono indissolubilmente legate, ma nella nostra società non bisogna pensarci.
Così però si rischia oltre a non vivere appieno, anche di non mettere a posto i propri conti, di non arrivare preparati.
Vi lascio il link:
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10157522542939272&id=43366899271&fs=0&focus_composer=0
giovedì 2 aprile 2020
Oggi giornata mondiale della consapevolezza dell'autismo
Il colore associato all’autismo è il blu e il simbolo è la tessera di puzzle che rappresenta un’intelligenza diversa, che ha bisogno dell’aiuto di tutte le altre tessere per esprimersi, ma che a sua volta aiuta le altre a comporre il complesso mosaico dell’esistenza.
martedì 24 marzo 2020
Tristezza
Sembrava finalmente sulla strada in discesa e invece...
Il suo coraggio mi è stato d'esempio nella mia lotta, e la sua positività mi ha rincuorato come non mai.
Prima solo colleghe poi il destino ci ha avvicinato in una simile lotta per la nostra salute.
Ci siamo ritrovate più vicino proprio in un momento cruciale della nostra vita, combattendo un male comune su fronti diversi. Ci siamo fatte coraggio a vicenda spesso a distanza ma vicine allo stesso tempo.
Addio Elide.
domenica 22 marzo 2020
Emergenza e stress
https://www.psy.it/psicologicontrolapaura-una-guida-antistress-per-i-cittadini.html
martedì 17 marzo 2020
Accendo il mio balunetto!
Quest'anno voglio accendere il mio balunetto come tutti gli anni, ma vorrei che la sua luce sia visibile al maggior numero di persone in un periodo così difficile.
La Madonna apparve a Savona durante una guerra, quella contro Genova, e chiese misericordia e non giustizia.
In questi giorni, noi siamo in guerra contro un nemico infinitamente piccolo ma infinitamente pericoloso e infido.
Dobbiamo farci forza e coraggio, solo con lo sforzo di tutti si potrà arrivare ad evitare un contagio collettivo, è difficile ma non così impossibile.
Non è tempo di essere egoisti e di non seguire le regole.
È tempo di essere uniti anche se distanti. Di darci la mano senza darcela.
Solo così andrà tutto bene.
martedì 4 febbraio 2020
Inverno strano
de l’inverno ne semmo fora;
ma a ciœve, e a nevâ,
quaranta giorni han ancon da passâ"
Va bene che con la Candelora dall'inverno siamo fuori... ma 23 gradi mi sembra davvero troppo!
E le piante stanno germogliando...
venerdì 31 gennaio 2020
Giorno della memoria
Con mia grande sorpresa ho scoperto che è di recente istituzione.
È stato infatti istituito solo nel 2005.
E di memoria ne abbiamo davvero bisogno.
Vi sono ancora dei sopravvissuti che possono raccontare quello che è accaduto sulla loro pelle, ma quando anche questi testimoni, purtroppo, non ci saranno più solo la memoria ci può aiutare.
Questa poesia di Joyce Lussu mi ha profondamente colpito.
Forse per le immagini che evoca, immagini in bianco e nero viste mille volte che si tingono di realtà, ...
Forse perché anche se il tempo passa la memoria rischia di sbiadire e il rischio di arrivare al medesimo punto di rottura diventa sempre più alto,..
O forse semplicemente perché tre anni e mezzo è quasi l'età di mia figlia e il pensiero di quello che accadeva si è proiettato su di lei. ..
C’è un paio di scarpette Rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald.
di ciocche nere e castane
a Buchenwald.
Servivano a far coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni,
forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini.
li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…