venerdì 26 agosto 2011

Piccola pillola… del Perù

Sul Lago Titicaca abbiamo visitato alcune isolette alquanto interessanti.
Le prime di cui voglio parlarvi sono le isole Uros o Islas Flotantes, isole flottanti. Si tratta di isole artificiali create dai loro abitanti con delle canne e ancorate al fondo del lago. Con i giunchi gli abitanti oltre alle loro isole costruiscono tutto: barche, case, stuoie, letti,… Per fare le isole mettono strati su strati di canne di Tortora fino a formare una specie di zattera. Le barche invece vengono fatte intrecciando le canne anche se ultimamente vengono fatte con l’aggiunta di bottiglie di plastica così durano di più, perché le canne marciscono. Per questo motivo anche le canne che costituiscono le isole devono essere regolarmente sostituite.
L’antico popolo Uros era stata cacciata (o si era allontanata scappando .. a seconda delle versioni) dalla popolazione vicina, confinandoli sul lago convinti che non riuscissero a sopravvivere. Invece questa popolazione si è adattata benissimo e ancora adesso vivono in questo arcipelago di isolette artificiali. Raramente scendono sulla terraferma e ancora più raramente si mischiano con la popolazione della terraferma visto che hanno stili di vita e usanze totalmente diverse. Anche fisicamente sono diversi, hanno infatti la parte superiore molto sviluppata sia per via dell’aria rarefatta (hanno una gabbia toracica molto grossa ma questa è una caratteristica di quasi tutta la popolazione degli altipiani andini) sia per il movimento fisico concentrato solo sulla parte superiore del corpo, mentre la parte inferiore è poco sviluppata muscolarmente e molto grassa e gonfia per l’umidità e per il poco movimento. Da loro più si ha le gambe grandi e gonfie più è sinonimo di bellezza. Hanno degli anticorpi impressionanti visto che sono abituati a bere l’acqua del lago (sporca e inquinata).
L’altra isola che abbiamo visitato (questa volta fatta di terra) è l’isola di Taquile.
Oltre alla bellezza naturale dell’isola, al paesaggio che vi si può ammirare (il lago che sembra un mare e la Cordigliera della Bolivia che si staglia nell’azzurro del cielo e del lago con le sue cime innevate) si respira un’aria davvero particolare, ricca di tradizione e di sapori antichi. Qui vi abita un’altra popolazione che vive come comunità chiusa. Vivono di pesca, agricoltura, allevamento, tessitura e turismo. Possono andare sulla terraferma solo per brevi periodi e per motivi particolari come per studiare nelle scuole superiori o per soggiornare in un albergo di loro proprietà messo a disposizione della comunità a turno. Si possono sposare solo tra loro e se si innamorano di qualcuno della terraferma devono abbandonare tutto se vogliono sposarlo/a.
Hanno un loro abbigliamento molto particolare che permette subito di identificare chi è sposato e chi no: le donne portano ampie gonne coloratissime, camicie bianche ricamate e una stola nera spessa sulla testa che ricade sulle spalle, chi non è sposata ha delle nappe colorate agli angoli di questo velo, chi è sposata non le ha. Gli uomini portano dei berretti (sembrano da notte) di lana fatti da loro stessi, quelli sposati hanno il berretto interamente colorato mentre quelli celibi lo portano per metà colorato e per metà bianco (tessuto dalla moglie), delle larghe cinture con un borsello fatto dalla propria moglie che portano con orgoglio, gilet di lana colorata, pantaloni blu, camicie bianche a sbuffo. Davvero particolari.
Eleggono il proprio consiglio che giornalmente deve rendere conto alla comunità del proprio operato nella piazza del paese e se ritengono che non operi bene viene subito sostituito. Esiste la proprietà privata ma ciò che deve essere coltivato nei campi viene deciso dalla comunità, il proprietario e l’affittuario lo deve coltivare tenendo per sé quello che realmente serve per il sostentamento della propria famiglia, il sovrappiù viene dato alla comunità che lo utilizza per venderlo o barattarlo con ciò che non producono con la terraferma. Gli animali che allevano servono per i prodotti (lana, latte,..) perché mangiano pochissima carne, solo nelle feste.
Tutti i prodotti artigianali realizzati da loro a mano vengono venduti ai turisti nel mercato del villaggio. Il ricavato è dell’intera comunità.
Chi fa qualcosa di mal fatto viene condannato a fare lavori per la comunità ritenuti umilianti come spazzare le strade.
Insomma una vera comune molto funzionale, operosa, semplice e ben studiata.
Un’altra particolarità abbastanza bizzarra ma che io ho davvero ammirato estasiata è che le donne tessono dei lavori spettacolari sedute a terra, fissando i fili alle dita dei piedi, e filano, anche camminando, mentre si inerpicano per i loro ripidi sentieri fanno roteare senza sosta il loro fuso. Gli uomini invece lavorano a maglia e che lavori che fanno!!! Fanno la maglia a 4 ferri e usano più fili tranquillamente mentre parlano appoggiati al muro così naturalmente come respirare!!!
  
Nb: le immagini l'ho prese da internet da siti di turismo...se ledessi dei copyright ditemelo che vado a cancellarle

4 commenti:

  1. Ho avuto tanto da fare in mezzo a questo caldo, che mi stupisco d'essere ancora presente a raccontarlo!
    Comunque, ti saluto e ti auguro un buon fine settimana. Ciao, a presto.

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  2. Ci sei?
    La settimana è iniziata, ma non vedo nessuna traccia...
    Ti saluto, un abbraccio.

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  3. Tutto continua a tacere!
    Sono di nuovo qui per augurarti un secondo buon fine settimana.
    Sei viva, vero?
    Baci, a presto.

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  4. Ciao Milly, tutto ok tranquilla! Ho avuto solamente tanto da fare e per questo non sono stata tanto presente!
    E tu che hai combinato? vacanze?
    Baci e buon inizio settimana!

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